
Che cosa accade quando la scuola si trasforma in una macchina di misurazione? Quando gli insegnanti diventano ventriloqui costretti a parlare un linguaggio che non è il loro? Quando la relazione educativa viene ridotta a performance quantificabile?
Questo volume indaga la crisi profonda che investe l’educazione nell’era degli algoritmi e della performatività. La sua architettura unisce due registri: da un lato, capitoli di analisi filosofica che illuminano le logiche che governano la scuola contemporanea; dall’altro, una parte narrativa in cui trovano voce tre ex studenti che, incontratisi nella Pisa della fine degli anni Settanta, sono ora diventati insegnanti. Attraverso i loro diari, monologhi ed email, il libro restituisce dall’interno l’esperienza quotidiana di chi abita le aule, mostrando come il mestiere di insegnare sia oggi segnato da ingiustizie silenziose ma persistenti.
In dialogo con la filosofia morale di Judith Shklar e Miranda Fricker, con gli studi sulla performatività di Stephen Ball e con la riflessione pedagogica di Gert Biesta, Giovanni Scarafile costruisce una diagnosi impietosa ma necessaria: la sistematica marginalizzazione della voce docente non è un incidente, ma il cuore di una trasformazione che svuota la scuola della sua missione democratica. È qui che compare l’insegnante-ventriloquo, costretto a parlare con parole non sue, a recitare un copione scritto altrove: simbolo di una professione ridotta a funzione amministrativa, quando invece dovrebbe essere voce viva della responsabilità educativa.
Un libro che è insieme denuncia e resistenza, analisi e narrazione, documento e testimonianza. Per tutti coloro che credono ancora che educare significhi qualcosa di più che erogare servizi formativi e compilare griglie di valutazione.
Il progetto del libro continua online con ilventriloquo.prof, un hub per docenti e studiosi. Non un semplice archivio, ma uno spazio di comunità e confronto, dove idee ed esperienze possono circolare e tradursi in nuove forme di riflessione condivisa.

