Libri e interventi


In questo editoriale, rifletto sulla importanza di proteggere la libertà e l’autonomia delle immagini prodotte dall’intelligenza artificiale, poiché il loro utilizzo improprio potrebbe perpetuare stereotipi e discriminazioni. Il digitale e il deep fake hanno messo in dubbio l’oggettività della fotografia, ma essa rimane un medium che può andare oltre la mera rappresentazione visiva, diventando uno strumento per esplorare la propria interiorità. La fotografia è come un pungolo che colpisce lo spettatore, coinvolgendolo in una relazione con un elemento che resiste alla nostra tendenza a ordinare il mondo. Le tecnologie legate alla intelligenza artificiale, invece, capovolgono l’indipendenza delle immagini in dipendenza, influendo sulla nostra percezione e comprensione del mondo. È necessario, quindi, un uso responsabile delle immagini prodotte dall’intelligenza artificiale e un’etica dell’immagine che sappia proporre approcci teorici e indicazioni pratiche comprensibili a tutti.

https://www.avvenire.it/agora/pagine/lai-pone-nuove-sfide-alletica-delle-immagini


Avvenire, 3 Gennaio 2023

Quale ruolo per gli intellettuali, oggi? Su Avvenire 7 Settembre 2022


Che cosa è il “duologo”? 26 giugno 2022. Sulla Via di Damasco. Rai Tre

Cliccando sulla immagine, si viene rinviati al sito di Avvenire per leggere la versione integrale dell’intervista.







9783319419763
immagine etica delle immagini copertina Scarafile

Intervento/recensione su Etica delle immagini di Piero Dominici, Nòva Il Sole 24 Ore

Lettura di Igor Tavilla, pubblicata su Segni e Comprensione, a. XXXI n.s., n. 91 (2017)

Recensione di Viola Carofalo, Scienza&Filosofia, n. 19/2018

INTERDISCIPLINARITA COPERTINE
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L’interdisciplinarità rappresenta oggi una nozione sempre più utilizzata e generalmente considerata sinonimo di dialogo tra saperi. Come si è giunti ad avvertire il bisogno di tale dialogo? Quali sono i fattori che hanno portato alla compartimentazione fra le discipline? Che differenza esiste tra multidisciplinarità, interdisciplinarità e transdisciplinarità? In che rapporto si trova il discorso sulla interdisciplinarità con la tradizionale distinzione tra cultura umanistica e cultura scientifica?

A partire dal celebre caso del richiamo della Ford Pinto, avvenuto negli anni Settanta negli Stati Uniti, dall’interno di molte discipline è sorta la “richiesta di etica” quale requisito necessario di molti codici deontologici. Si tratta indubbiamente di un risultato importante, sebbene ancora insufficiente rispetto alle potenzialità effettive dell’etica, se assunta nella sua capacità di cercare il necessario orientamento in dialogo con i propri interlocutori. Quale idea di filosofia consente di raggiungere questo obiettivo? Quale paradigma di comunicazione è richiesto per superare le secche di un approccio orientato meramente in senso deontologico? Quale valenza acquista l’ascolto come attitudine filosofica in grado di conciliare fatticità ed eidetica, dando così corpo alla ragion patica?

Per alludere al percorso accennato nel libro, risulta pertanto adeguata la scelta di Angerona, divinità romana, nell’iconografia ricordata nell’atto di portare il dito alla bocca nella richiesta di un silenzio attentivo, conditio sine qua non per una proposta filosofica che sappia farsi carico dell’altro.

Recensione di Emma Palese a Interdisciplinarità ed etica della comunicazione, pubblicata sul sito della rivista Teoria.

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ETICA e-o EFFICACIA_copertine_Part1

Nell’ambito della comunicazione, le competenze comunicative colmano il gap tra teoria e pratica. Cimentarsi nel compito di integrare la teoria della comunicazione con la pratica significa  fronteggiare, da un lato, lo snobismo di quanti vorrebbero preservare gli studi filosofici da ogni possibile contaminazione con la fatticità delle situazioni concrete dell’umano e, dall’altro, l’approccio meramente funzionalistico di quanti ritengono che la comunicazione sia di fatto riconducibile all’acquisizione di “tecniche”.

Il volume si interroga sulla possibilità di conciliare l’efficacia della comunicazione con l’approccio etico, che richiede di non obliterare l’alterità degli interlocutori. La tesi dell’autore è che tale possibilità possa essere ricercata non a partire da un corpus di valori già professati da parte di quanti partecipano allo scambio comunicativo, ma attraverso la risemantizzazione dello stesso concetto di efficacia che apre ad una progressiva detronizzazione delle pretese dell’io a favore dell’altro. Secondo lo stile indicato da Piero della Francesca nel particolare della Storia della vera Croce, posto in copertina, solo la contrazione, ovvero l’infinito interrogare dell’io è in grado di approssimare l’altro.
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Leggi l’introduzione. 

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