L’era dell’inaudalgia: quando il silenzio del medico diventa la malattia del paziente
Il concetto di inaudalgia, inteso come il dolore derivante dal mancato ascolto, trova nella relazione medico-paziente una delle sue manifestazioni più significative e problematiche. In questo ambito, l’inaudalgia non si configura semplicemente come un’esperienza di frustrazione comunicativa, ma come una vera e propria forma di sofferenza che coinvolge simultaneamente le dimensioni fisica, emotiva e relazionale dell’esperienza del paziente. Quando un medico, per vincoli temporali, abitudini professionali o limiti strutturali del sistema sanitario, non riesce ad accogliere pienamente la narrazione del paziente, si genera una frattura nella relazione terapeutica che va ben oltre il semplice malinteso comunicativo. Questa frattura può compromettere non solo l’efficacia della cura, ma anche la percezione che il paziente ha di sé e della propria malattia, innescando un circolo vizioso di incomprensione e alienazione che rischia di minare alle fondamenta il rapporto fiduciario su cui si basa l’alleanza terapeutica. L’analisi di questo fenomeno, attraverso una prospettiva che integra fenomenologia e neurobiologia, permette di comprendere come il mancato ascolto in ambito medico non sia semplicemente un deficit comunicativo, ma una vera e propria condizione patogena che richiede un ripensamento profondo delle pratiche e delle istituzioni sanitarie. Continua a leggere L’era dell’inaudalgia: quando il silenzio del medico diventa la malattia del paziente