Leadership ed Engagement

Ti sei mai chiesto perché alcuni team sembrano più motivati e coinvolti di altri, anche a parità di condizioni lavorative? Qual è il vero segreto per trasformare un gruppo di professionisti in una squadra veramente coinvolta ed entusiasta? Quanto impatta realmente lo stile di leadership sul livello di engagement dei collaboratori?

Una ricerca recente del 2020, pubblicata sull’International Journal of Environmental Research and Public Health, ha messo in luce un aspetto fondamentale della leadership moderna: l’impatto dell’ascolto attivo-empatico sul coinvolgimento dei collaboratori.

Lo studio, condotto su un campione rappresentativo di 548 professionisti, ha rivelato una correlazione significativa tra la capacità di ascolto dei leader e tre dimensioni chiave dell’engagement: vigore, dedizione e coinvolgimento totale nel lavoro.

I dati statistici sono rivelatori: su una scala da 0 a 7, i collaboratori con leader che praticano un ascolto attivo-empatico di alto livello mostrano un punteggio medio (M) di 5.70 nel coinvolgimento lavorativo, significativamente superiore al 5.40 registrato tra coloro che hanno leader meno inclini all’ascolto.

Particolarmente interessante è l’impatto sulla dedizione professionale. La ricerca evidenzia che “supervisors who truly, actively, and empathetically listen boost their employees’ effectiveness and enthusiasm and enhance their involvement in work” (p. 7).

Non si tratta solo di ascoltare passivamente. Gli autori definiscono l’ascolto attivo come “verbal and nonverbal communication between recipients and providers that reduces uncertainty about the situation, the self, the other, or the relationship, and functions to enhance a perception of personal control in one’s life experience” (p. 7).

Nel mio libro “La spina nella carne”, introduco il concetto di inaudalgia – il dolore profondo e spesso inavvertito del mancato ascolto. Se la ricerca dimostra scientificamente l’impatto positivo dell’ascolto attivo sul coinvolgimento professionale, l’inaudalgia ci aiuta a comprendere perché questo accade: essere veramente ascoltati non è solo una questione di efficienza comunicativa, ma un bisogno umano fondamentale.

Quando un leader pratica l’ascolto attivo-empatico, non sta semplicemente applicando una tecnica manageriale – sta riconoscendo e rispondendo a questa esigenza profonda dei suoi collaboratori. I dati della ricerca (M=5.70 vs M=5.40) quantificano ciò che intuitivamente sappiamo: il riconoscimento che viene dall’essere davvero ascoltati libera energie ed entusiasmo altrimenti bloccati dal dolore silenzioso dell’inaudalgia.

È questa consapevolezza che può trasformare un manager in un leader autentico. Non si tratta di imparare tecniche di ascolto, ma di riconoscere che dietro ogni conversazione professionale c’è un essere umano che chiede di essere ascoltato nella sua unicità.

La ricerca citata in questo post è:

Jónsdóttir, I. and Kristinsson, K. (2020). Supervisors’ active-empathetic listening as an important antecedent of work engagement. International Journal of Environmental Research and Public Health, 17(21), 7976. https://doi.org/10.3390/ijerph17217976

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