Secondo Lao Tzu, “Quella che il bruco chiama fine del mondo, il resto del mondo chiama farfalla”. È un modo per indicare l’importanza del cambiamento e il fatto che non bisogna averne timore.
Spesso, tuttavia, un ostacolo al cambiamento è il soffermarsi eccessivamente sulle previsioni. Il fatto è che l’analisi senza fine degli eventuali ostacoli non ci porta da nessuna parte. Un modo per superare questa difficoltà è di concentrarsi sul lato positivo, cioè quelle situazioni in cui un cambiamento si è già verificato.
Nel 1990, Jerry Sternin, uno studioso ed attivista statunitense, fu chiamato dal Governatore del Vietnam per trovare una strategia innovativa per combattere la malnutrizione dei bambini. Invece di soffermarsi sulle molteplici cause di quella situazione (condizioni sanitarie, povertà, ecc.) e per quanto paradossale potesse sembrare, Sternin decise di cercare proprio in quel contesto il lato positivo. In tal modo, scoprì che in un piccolo villaggio locale, alcuni bambini non presentavano i drammatici problemi di malnutrizione riscontrati nel resto del Paese. In un certo senso, i genitori di questi bambini avevano già risolto il problema con le poche risorse a loro disposizione. Sternin osservò queste famiglie e scoprì che c’erano delle importanti differenze nel modo in cui questi bambini venivano nutriti. Per esempio, mentre essi ricevevano la stessa quantità di cibo degli altri, vi era tuttavia una differenza nella scelta delle mamme che, preparando porzioni più piccole, erano in grado di somministrarle più spesso, venendo così incontro alle necessità nutrizionali dei loro piccoli.
A quel punto il lavoro di Sternin si era fatto in un certo senso più semplice: fu sufficiente diffondere questo atteggiamento virtuoso anche agli altri villaggi che non ebbero problemi a recepire un cambiamento che nasceva dalla loro stessa comunità invece di venire importato dall’esterno.
L’impatto di questi piccoli cambiamenti fu sorprendente: sei mesi dopo, il 65% dei bambini non era più malnutrito. La strategia dell’innovare per mezzo del lato positivo aveva prodotto un risultato incredibile.
Il metodo di Sternin ha dato luogo alla cosiddetta Devianza Positiva, un approccio al cambiamento basato sulla osservazione che in ogni comunità ci sono persone che riescono a porre in essere soluzioni innovative. Individuare queste persone richiede l’esercizio dell’ascolto, una attitudine spesso trascurata perché considerata secondaria rispetto a presunti approcci al comunicare ritenuti più effettivi.
Ascoltare significa fare spazio all’altro, creando le condizioni perché possa esprimersi nel migliore dei modi. Dal punto di vista comunicativo, si tratta di fare un passo indietro, più che un passo in avanti. Una “postura di ricettività”, come ha scritto Lizbeth Lipari in Rhetoric’s Other: Levinas, Listening and the Ethical Response.
Il fatto che il metodo di Sternin sia oggi applicato in numerosi Paesi e nei più svariati campi dimostra come lo spazio riservato all’ascolto non sia soltanto una questione riservata ai teorici della comunicazione, ma sia in grado di produrre risultati molto concreti.
Jerry Sternin ha scritto il libro The Power of Positive Deviance. How Unlikely Innovators Solve the World’s Toughest Problems. Una delle sue lettrici, Jeannette A. Kight, ha recentemente postato su Amazon la seguente recensione: “Una eccellente risorsa per chiunque voglia realizzare un cambiamento per il meglio quando altri sistemi sono falliti”.
Perché dunque non applicare l’esempio di Sternin anche alle nostre vite, facendo di ciò che già funziona la leva per cambiare ancora?
Monique Sternin parla dell’esperienza in Vietnam con Jerry Sternin.