I modi dell’intelligenza
In che cosa consiste l’intelligenza? Avere un quoziente di intelligenza alto e saper rispondere ai quiz della televisione? Avere ottime abilità linguistiche? Avere uno speciale talento musicale?
Howard Gardner, uno studioso di Harvard, ha proposto una lista con differenti tipi di intelligenza che include, tra l’altro, l’intelligenza intrapersonale e l’intelligenza interpersonale. La prima indica la capacità di essere consapevole dei propri sentimenti, valori ed obiettivi. La seconda ha a che vedere con la consapevolezza, emozioni e motivazioni degli altri.
Entrambe queste dimensioni costituiscono l’intelligenza emotiva. Daniel Goleman, che proprio all’intelligenza emotiva ha dedicato un celebre libro, suddivide l’intelligenza emotiva in cinque gruppi:
- L’autoconsapevolezza;
- Il dominio di sé, l’abilità di controllare i propri impulsi;
- La motivazione, l’abilità di dirigere se stessi verso i propri obiettivi;
- L’empatia, la consapevolezza dei bisogni degli altri;
- L’abilità sociale, l’abilità di influenzare gli altri.

Diventare più intelligenti
In che modo l’intelligenza emotiva può essere accresciuta? Esistono diversi modi. Tra questi, indicherei prioritariamente la meditazione, anche perché essa è la condizione per raggiungere ulteriori livelli di perfezionamento.
In genere, uno dei più validi esempi per far cogliere il valore della meditazione è di immaginare una bottiglia d’acqua, con un po’ di sabbia all’interno. Se noi agitiamo la bottiglia, che cosa succede all’acqua? Esatto: l’acqua diventerà torbida proprio a causa della presenza della sabbia. Se invece smettiamo di scuotere la bottiglia, lentamente l’acqua diventerà chiara per il depositarsi sul fondo della sabbia.
La meditazione ha su di noi lo stesso effetto: quando rilassiamo la mente, lo stress e l’ansia si depositano sul fondo, permettendoci di vedere le cose più chiaramente. È questo l’inizio della vita desta di cui ho parlato in un altro post.
Uno dei modo oggi più affermati (forse, di moda?) per esercitare l’intelligenza emotiva è la mindfullness. Essa migliora la concentrazione, esercitando sia l’attenzione che la cosiddetta meta-attenzione. L’attenzione è stata definita da William James, uno dei padri della psicologia moderna, “il prendere possesso della nostra mente in modo chiaro”. La meta-attenzione, a sua volta, è l’attenzione dell’attenzione, cioè l’abilità di rendersi conto di quando si è attenti.
Si immagini di andare in bicicletta. Quando si pedala, l’equilibrio è garantito da una serie di contro-spinte. Per evitare che la bici si inclini troppo in un senso, infatti, noi tendiamo a spostare il peso del corpo nel senso opposto. Una cosa analoga accade per l’attenzione. Quando la meta-attenzione è ben allenata, possiamo renderci conto se stiamo perdendo il focus, riportando l’attenzione sul nostro obiettivo.
Alla portata di tutti
È facile? È difficile?
Per rispondere a questa domanda, inviterei a ricordare Ebenezer Scrooge, il protagonista del romanzo breve di Dickens, Racconto di Natale (A Christmas Carol). All’inizio, Scrooge dimostra un livello piuttosto scadente di intelligenza interpersonale. Egli è, infatti, completamente indifferente ai bisogni degli altri. Dopo la visita del fantasma del suo amico e di tre spiriti, Scrooge diviene sorprendentemente in grado di acquisire uno sguardo diverso sulla propria vita, recuperando l’intelligenza emotiva.
Allo stesso modo, ognuno di noi può incrementare il proprio livello di intelligenza emotiva (auspicabilmente senza l’intervento di alcun fantasma!).